Interview with Bill Bruford and Pat Mastelotto in Percussioni (in Italian)
Date Submitted: 27-Jan-1997
Submitted By: Mario A. Riggio (mariggio at mbox dot vol dot it)
ATTENTI A QUEI DUE
Pat Mastelotto e Bill Bruford
Di Mario Riggio e Marco Fehmer
La rivista americana "Modern drummer" li ha definiti "A perfect pair" (un
paio perfetto), giocando sul titolo di un album dei King Crimson degli anni
'80. Loro sono la coppia di batteristi piu' affiatata e agguerrita della
storia del rock.
Bruford e Mastelotto tirano quella imponente locomotiva di suoni che sono i
King Crimson, gruppo che sulla soglia dei trent'anni di attivita' ha avuto
il coraggio di tornare in campo con idee nuove e sbalorditive. Avevamo
incontrato Bruford appena un anno fa, ma il tempo passa e le cose si
evolvono, i Crimson sono piu' maturi e si-curi delle proprie possibilita',
ed offrono uno spettacolo dal vivo che non teme rivali dal punto di vista
tecnico. Con una formazione che si presenta in doppio trio - due chitarre -
Robert Fripp e Adrian Belew, due bassi - To-ny Levin e Trey Gunn e due
batterie, propongono dal vivo i vecchi hit (fra cui la celebre "21st century
schizoid man", datata 1969), ma anche improvvisazioni che si rifanno alla
musica contemporanea europea, oltre a vir-tuosismi percussivi sullo stile
"taiko" dei tamburi rituali giapponesi.
Proprio con i tamburi taiko nasce il concetto di "double drumming"
sviluppato da Bruford e Mastelotto. Un'antica leggenda giapponese racconta
di una disputa fra due villaggi per il controllo di un fiume durante un
periodo di siccita'. Il destino dei villaggi viene affidato nelle mani di
due rappresentanti che si sarebbero sfidati suonando i tamburi: risulta
vincitore chi dei due resiste piu' a lungo.
Il double drumming funziona grazie all'impostazione completamente diversa
dei due batteristi, Bruford estre-mamente tecnico e di estrazione jazz,
Mastelotto semplice e vicino al pop; "Una sorta di incontro fra Elvin Jones
e Ringo Starr" scrive William Miller su "Modern Drummer".
Se di Bill Bruford sappiamo vita, morte e miracoli (tanti!), Pat Mastelotto
e' una sorta di oggetto misterioso, an-che se nella sua carriera ha suonato
con Xtc, Michael Penn, Jude Cole, Al Jarreau, Cock Robin degli Sugarcu-bes,
Rembrandts ed ha fatto parte della formazione dei Mr. Mister che ha scalato
le classifiche con la canzone "Broken wings".
Pat Mastelotto e' un uomo fortunato, ama i King Crimson fin dagli anni '70,
e quando viene a sapere che Ro-bert Fripp sta facendo le selezioni per
trovare un batterista, non esita a volare dal Texas a Londra per fare
un'audizione. La fortuna aiuta gli audaci, e Pat sostituisce Jerry Marotta
nella formazione guidata dallo stesso Fripp e da David Sylvian, ex cantante
dei Japan. Il tour di Sylvian e Fripp e' un successo ed il chitarrista
decide di inserire il Pat nella nuova edizione dei King Crimson
caratterizzata dalla doppia ritmica.
Un inizio scomodo, Bill non conosce Pat, ma l'unione fra i due si salda
presto dando risultati che vanno ben al di la' della somma delle capacita'
individuali. Il lavoro di tessitura e' lungo, ma da buoni frutti, come il
duetto "B' boom" e le improvvisazioni dell'ultimo tour. I ruoli sono ben
definiti e sono andati migliorando nel tempo: Bill tiene il tempo e Pat
colora i suoni.
Abbiamo incontrato i due batteristi durante il tour dell'album Thrakattak, a
poco piu' di due anni dalla nascita del concetto di "double drumming". Lo
show e' grandissimo, i Crimson sono una macchina perfetta, tesa a
spe-rimentare la musica oltre i tradizionali confini. Bruford e' il solito
grande maestro, sempre perfetto nei tempi di-spari, grandioso nelle
poliritmie e creativo nelle improvvisazioni, ma la vera sorpresa e'
Mastelotto, che tesse una vera e propria ragnatela di suoni con uno stile
percussivo, colorato e maturo: un grande salto rispetto al tour del 1995.
PERCUSSIONI: Il vostro concetto di "double drumming" ha ormai due anni, qual
e' il suo futuro?
BRUFORD: Domanda difficile. Dipenda da cosa succedera' ora. Robert Fripp ha
voluto due batteristi per questa formazione, bisogna vedere cosa vorra' in
futuro, ci sono moltissime possibilita'. Abbiamo fatto gia' 4 di-schi,
adesso prenderemo una pausa.
MASTELOTTO: Il "double drumming" e' una cosa antichissima, basta pensare ai
tamburi africani. Nel rock e' un concetto insolito: anche gli Allmann
Brother avevano due batterie, ma loro suonavano all'unisono, noi no, solo
raramente. Le nostre ritmiche sono complicate, uno tiene un 5/4, l'altro
suona in 7/4, Tony Levin e' un metronomo in 4/4.
Abbiamo ancora tante cose da esplorare: in questo tour abbiamo aggiunto un
pezzo con i Kodo, i tamburi giap-ponesi, e anche Adrian Belew suona i
tamburi con noi. Sono cose semplici ma d'impatto, diverse fra di loro, fuori
dalle tipiche strutture del jazz, con suoni stereo e tanto movimento.
PERCUSSIONI: Il vostro ultimo album Thrakattak e' tutto improvvisato, come i
vecchi lavori dei King Crimson degli anni '70. Cosa e' cambiato nella
struttura delle improvvisazioni?
BRUFORD: La differenza piu' grande e' il grande numero di suoni a nostra
disposizione; nel 1973 una chitarra era una chitarra, un basso un basso, una
batteria una batteria. Adesso l'attrezzatura di Robert Fripp ha un valo-re
di venti-trentamila dollari, ci sono due batteristi ed ognuno ha percussioni
elettroniche, nei King Crimson suo-nano sei persone con un'infinita' di
suoni. Di conseguenza e' ancora piu' difficile improvvisare oggi, ci sono
piu' opzioni, piu' aspettative da parte di chi ci ascolta: il pubblico vuole
ascoltare gli hit dei King Crimson e improvvi-sare diventa difficile se la
gente si aspetta qualcos'altro.
MASTELOTTO: Dopo tutti questi concerti e' piu' facile improvvisare, suoniamo
diversamente anche le vecchie canzoni. Siamo slegati, abbiamo aggiunto altri
brani storici e decidiamo ogni sera cosa suonare. Non decido io, ma Bob,
Bill e Adrian.
PERCUSSIONI: Il pubblico condiziona la scelta dei brani?
MASTELOTTO: E' un circolo vizioso. Il pubblico vuol sempre sentire la stessa
cosa tutte le sere se hai un hit, e lo vuole suonato allo stesso modo. I
King Crimson improvvisano, Robert non ci starebbe mai a suonare qualco-sa di
cui non ha voglia. Ma i manager e le case discografiche hanno un determinato
set di regole.
BRUFORD: Un musicista vuole sempre suonare nuova musica, anche se i brani
vecchi sono tutti Ok. Pero' bi-sogna accontentare il pubblico, per questo lo
show ha per un terzo musica degli anni 69-74, un terzo 74-84 ed un terzo 93-96.
PERCUSSIONI: In concerto i brani sono totalmente improvvisati o c'e' una
linea guida?
BRUFORD: No e' tutto improvvisato, ma ci sono delle arie in cui la musica si
muove, una di queste e' una singola lunga nota sostenuta di Robert Fripp e
Trey Gunn, mentre Tony Levin e Adrian Belew muovono note lunghe e sostenute.
Qualche volta Adrian suona il piano con la chitarra Midi. I due batteristi
controllano la di-namica, il caldo, il freddo dell'improvvisazione,
comparendo, scomparendo, partendo, fermandosi, imponedosi sulla musica,
scuotendola. Ci sono vari modi per farlo, con un tempo fisso o con un tempo
variato, perso. Tutto e' possibile nell'improvvisazione e so che agli
italiani questo piace molto.
PERCUSSIONI: Pat, prima di entrare nei King Crimson avevi fatto altre
esperienze di improvvisa-zione?
MASTELOTTO: Mai davanti a cosi' tanta gente e con tali compagni con cosi'
tante idee. Certe volte mi fermo e sto a sentire cosa fanno, ho il miglior
posto del concerto, vedo tutto e dal mio mixer posso regolare i volumi di
chi voglio ascoltare meglio, e' bellissimo.
Di solito i batteristi hanno un piccolo spazio in cui muoversi, pochi
effetti, ma dipende dalla band. Ad esempio quest'anno ho fatto un bellissimo
disco con i Rembrands, hanno una formazione tipo Beatles, io avevo due
cas-se e quando provavo a usarle mi guardavano male: li' non avevo liberta',
non era giusto per le loro orecchie. L'aspetto creativo in una band come i
Rembrands si appoggia sul rullante, ma comunque si riesce sempre a mettere
del proprio. Ho suonato tempo fa con Al Jarreau che voleva un suono
elettronico alla Pointer Sisters, potevi fare quello che volevi, ma
nell'ambito della musica dance.
PERCUSSIONI: Qual e' il ruolo di ciascun batterista nell'improvvisazione?
BRUFORD: Non abbiamo un ruolo fisso, facciamo quello che ci piace. Di solito
io impongo una linea e Pat la segue, abbiamo un range di ritmi, colori,
disegni pre-pianificati tra cui scegliere, lui tiene i metalli (piatti e
per-cussioni), io i legni.
PERCUSSIONI: A proposito di suoni, siete entrambi endorser Paiste...
BRUFORD: Ho una lunga collaborazione con la Paiste, suono piatti europei da
25 anni e non vedo perche' dovrei cambiarli. Ho un'ampia scelta di
possibilita', con un suono preciso adatto al mio stile.
MASTELOTTO: Vi raccontero' una breve storia... Quando ero giovane avevo
degli Zildijan e alcuni Paiste che mi piacevano molto. Quando sono entrato
nei Mr. Mister sono diventato endorser della Sabian. Un giorno, re-gistrando
un disco con gli Xtc, non trovavo il suono giusto dei piatti. Ho cominciato
a tirarne fuori di grandi, piccoli, Zildijan e alla fine i miei vecchi
Paiste del liceo, con un Flat Ride 2002, molto vecchi, e il tecnico ha
detto: "Si'". Allora sono corso al telefono e mi sono fatto mandare altri
piatti per il disco. Alla fine della registra-zione ho restituito i piatti
alla Paiste perche' dovevo partire in tour con i Mr. Mister e quindi coi
Sabian. Alla fine del tour ho di nuovo telefonato e cambiato definitivamente.
PERCUSSIONI: Pat, la tua batteria e' customizzata da Joe Montineri
MASTELOTTO: Joe e' un italiano che vive in Connecticut. L'ho conosciuto nel
1980, era il tecnico della bat-teria di Vinnie Colaiuta e faceva piccoli tom
soprano, li costruiva in casa, da 12 o 10 pollici: non li faceva nes-suno
allora, era una sua invenzione per le orchestre sinfoniche. Sono stato
endorser Yamaha per 10 anni, una grande corporation e quando hai bisogno di
qualcosa comincia una serie di telefonate che arriva fino al Giap-pone, e
questo non mi piaceva. Coi Crimson volevo qualcosa di diverso, con qualcuno
che facesse qualcosa apposta per me, a cui potessi dirgli cosa volevo. Mi
piacciono i giapponesi ma non voglio sostenere le compa-gnie giapponesi
quando posso rivolgermi ad un americano. Joe lavora a casa con suo fratello,
costruisce buone batterie e possiamo risolvere assieme i problemi.
Ho cambiato la batteria due anni fa, quando suonavo gia' con i King Crimson.
Sono andato con il disco da Joe e gli ho chiesto qualcosa di diverso. Adesso
ho una grande cassa da 24", diversa da quella di Bill che e' piu' jazz, la
mia e' rock, cupa. Ho un solo tamburo con la pelle inferiore, quello da 10",
poi un tom da 12" senza pelle risonante e il timpano e' da 18", anch'esso
senza pelle risonante, molto grosso, diverso dal suono di Bill che ha un
timpano da 16". Poi ho un talking drum con pedale costruito da un tizio
della Virginia che fa le bat-terie per i Greatful Dead, l'ho visto su una
rivista. Inoltre uso una Ddrum D3 con sei pad.
PERCUSSIONI: Sulla Ddrum che suoni usi?
MASTELOTTO: Spesso sono anche voci, ad esempio con David Sylvian c'erano
delle voci registrate, una nar-razione. Con i King Crimson uso le voci in
brani come "Thela hum jingeet" o "Neurotica".
Oltre alle voci ho delle tracce di Trey Gunn registrate in studio, come
interventi di chitarra, una nota tirata. Ho anche dei sample fatti da me o
Bill, rumori di metalli, posate, porte, finestre, animali. Mentre suonavamo
in Germania abbiamo sentito dei grilli, ed alla fine del concerto sono
andato a registrarli. Il concerto seguente li ho inseriti in un pezzo e gli
altri mi hanno chiesto: "ma non sono gli stessi grilli dell'altra sera"?
Altre volte sono voci di personaggi come Bush, non mi piace e' un bugiardo e
allora ho inserito un suo discorso in cui racconta quanto siamo in gamba,
come vada tutto bene e cosi' via.
PERCUSSIONI: Hai anche delle percussioni etniche?
MASTELOTTO: No, non tante. djembe', cowbell e congas, ma non si adattano ai
King Crimson. Ho tanti loop di danza registrati ma non li uso con questa band.
PERCUSSIONI: Torniamo al vostro ultimo album. La musica di Thrakattak sembra
piu' vicina alla musica contemporanea europea che al rock.
BRUFORD: E' vero. Il rock e' basato sul blues americano, su tre accordi Mi,
La, Re, I, IV, V, questo e' ameri-cano. I King Crimson non improvvisano mai
come gli americani e per gli americani e' difficile entrare nella no-stra
musica, perche' il loro tradizionale richiamo del rock, del jazz al blues e'
generalmente lasciato fuori. Tony Levin a volte suona brani tratti dalle
sinfonie di Mahler con l'upright bass.
MASTELOTTO: Gli americani suonano solo e poi risentono come e' andata e
vedono cosa cambiare. Fripp e Bill a volte parlano prima di suonare,
discutono sulle emozioni del suono. Per suonare Vrooom, Robert ci ha detto
che doveva essere imperdonabile, inarrestabile, una stanza affollata e tu ne
vuoi uscire, devi spingere, via dalla mia strada. Lui usa parole cosi'. Noi
americani al massimo diciamo se vogliano fare un pezzo veloce. A volte gli
chiedo quale sia la mia parte, se vuole che suoni il charleston o i piatti.
E lui risponde: "Voglio che suoni la parte giusta". "Ma qual e' quella
giusta?" - gli chiedo. E lui risponde: "Pat lo capirai mentre suoni", non
vuole dirmelo.
Gli europei hanno un buffo accento e non usano le note. Ogni tanto si
fermano per bere il te' e parlare o anda-re al pub. Uno degli Xtc con cui ho
lavorato aveva fatto una ruota con scritto cio' che potevamo fare, poi la
fa-ceva girare e la scelta era fatta. Pazzesco, solo il caso.
PERCUSSIONI: Nonostante questa concezione europea siete amati anche in
America. Specie Bill Bruford.
BRUFORD: Sono stato fortunato e ho suonato con band interessanti. Poi il
suono, lo stile... voi italiani sapete benissimo cosa sia lo stile. Suono
una batteria molto britannica, do colpi poco pesanti, rullatine, non uso
effetti e faccio economia di movimenti. Suonare senza troppi effetti e'
molto inglese, estremamente pulito. E' uno stile preciso, spero elegante,
intelligente proprio non americano.
PERCUSSIONI: Nei King Crimson ci sono due batteristi e due bassisti, suonare
e' molto piu' complicato...
BRUFORD: Tutto nei King Crimson e' molto complicato, ogni cosa. Conta la
comprensione tra tutti i musicisti.
I musicisti non interpretano i loro ruoli tradizionali. Alcune volte e'
effettivamente la batteria a tenere il ritmo, altre volte fa solo da
commento al ritmo. Altre volte il bassista suona una melodia, altre volte fa
tapping sullo stick come se fosse lui la batteria. Non c'e' la tipica
relazione tra strumenti. Ognuno e' importante e si sentono distintamente le
parti di ciascuno. Dipende anche dalla musica che si suona. Un brano come
"Red" e' molto facile (se lo dice lui!, N.d.R.), 4/4 rock classico, se
invece suoni un pezzo come "Waiting man" in cui sei persone fanno parti
complesse, bisogna per forza suonare assieme, coordinati. Se uno va fuori e'
un caos.
PERCUSSIONI: Il coordinamento lo da' Robert Fripp?
BRUFORD: Robert Fripp ci tiene assieme, e' lui che decide di cominciare e di
finire. Lui sceglie i musicisti: ha scelto Pat, ha voluto due batterie, due
bassi, due chitarre. E' il fattore di continuita'.
MASTELOTTO: Io seguo Tony Levin. e' incredibile, sa suonare anche la
batteria, c'e' un feeling, come il ses-so. E' il miglior musicista che
conosca, lui e' in mezzo alla band, e' quello che guida la baracca. In altre
band e' proprio il batterista che tiene il tempo, manovra il gas: qui per me
e' lui. La musica arriva a me tramite Tony. Mi dispiace quando sul palco e'
lontano da me. In studio mentre registravamo lo avevo vicino ed e' grandissimo.
PERCUSSIONI: Chi cura gli arrangiamenti?
BRUFORD: Quelli sono nostri. Fripp indica la direzione in cui andare, come
ad esempio in Vroom. Ma pezzi come "Walking on air" o "Inner Garden" nascono
dalle improvvisazioni del gruppo.
PERCUSSIONI: Il tempo passa, e i King Crimson sono un gruppo dall'eta' media
elevata. Per suo-nare con voi bisogna avere una certa maturita' musicale?
MASTELOTTO: Puoi essere maturo anche se sei un ragazzo. Io non sento di
avere 40 anni e neanche Fripp credo che senta la sua eta'. A lui piacciono
anche la band di metal come i Pantera, nello stesso tempo ascolta Bartok e
Stravinskij: la buona musica non ha eta'. Da ragazzo ero un fan dei King
Crimson, come fan mi accor-gevo che quella era ed e' una band senza tempo,
non era pop-music.
Noi non registriamo per piazzare un hit; spesso per fare un disco si dice:
"Voglio un suono alla Whitney Huston" - e lo rifai. Questa band non lo fa,
va bene per giovani e vecchi, per chiunque voglia qualcosa di diverso e
uni-co; i Crimson non vogliono essere convenzionali, o suonare secondo le
regole. La maggior parte delle band fa un disco ogni anno, i video, le
apparizioni Tv, il tour, sperano di andare alla radio. Noi diciamo
"fanculo", suo-niamo la nostra musica, ci puo' volere un mese o sette anni
per fare un disco. Se abbiamo voglia di fare il tour si parte, non ci
interessa fare video, non vogliamo la radio. Se a qualcuno interessa la
nostra musica va nel ne-gozio, si cerca il disco, poi segue la carriera dei
musicisti, gli altri dischi che hanno fatto. La radio ti da' solo una
audience maggiore, ma una maggiore audience non e' una migliore audience.
La musica dei Crimson non e' neanche adatta alla radio, ma io sono stato con
altre band - Hall & Oates, Mr. Mister - che avevano pezzi da radio e il
pubblico e' diventato orribile, rumoroso: le ragazzine urlavano e i
musi-cisti non venivano piu' a sentirci per via di quel casino. La qualita'
e la quantita' non sono la stessa cosa. A me piace musica che non vende,
autori come Tom Waits, i King Crimson, Adrian Belew.
PERCUSSIONI: Pensi che i King Crimson, con questo stile, abbiano influenzato
altri musicisti?
MASTELOTTO: Tutti, anche i Mr. Mister in qualche idea. Dipende se chi suona
ascoltava i Crimson. La musi-ca o le note non devono essere le stesse, basta
l'idea. Quello che manca ai gruppi sono l'originalita' e la fanta-sia. Noi
possiamo suonare tutto, alla luce e al buio, improvvisare, fare musica dura
o dolce. Per Bill o Bob e' anche piu' difficile perche' sono sulla scena da
tanto tempo e devono fare sempre cose nuove per stupire. Per me e piu'
facile, io sono nuovo, nessuno si aspetta qualcosa di particolare da me.
PERCUSSIONI: I King Crimson sono un gruppo che sembra resistere al tempo.
Quanto e' impor-tante il passato?
BRUFORD: Troppo. Sta diventando troppo importante e la cosa comincia a d
irritarmi. Un tempo i musicisti registravano un disco e guadagnavano
veramente pochi soldi dalla casa discografica. Poi hanno inventato i cd e i
vecchi dischi sono stati rimessi sul mercato e poi di nuovo rivenduti in box
dedicati espressamente ai fan. Adesso i musicisti sono padroni di alcune
case discografiche. Robert Fripp e' padrone di tutto il suo catalogo: puo'
far uscire raccolte, box, tirare fuori vecchie registrazioni. Per me e'
noiosa questa continua riedizione dello stesso materiale, e' un modo facile
per fare soldi ma anche per trovare l'indipendenza necessaria per produrre
la musica che si vuole veramente.
PERCUSSIONI: Questo giustifica l'ampia presenza dei Crimson su Internet.
Avete una home page in rete?
BRUFORD: No, e' "gossip", lo trovo da pettegoli.
MASTELOTTO: Amo la tecnologia, non ho paura. Uso il computer per i suoni ma
non per Internet. Ce l'avevo, ho navigato un po' nelle cose di musica, poi
non avevo piu' tempo per mia figlia e ho spento. Il giorno dopo mi ha
telefonato un certo Pete che diceva di aver parlato con me via Internet, ma
io non gli avevo dato il mio numero. Questa cosa mi ha spaventato e ho
subito staccato il collegamento.
PERCUSSIONI: Bill, tu hai scritto un libro "When in doubt roll" (Quando sei
in dubbio rulla). Co-sa c'e' dietro a questo titolo scherzoso?
BRUFORD: E' solo una battuta, humor inglese, anche se poi e' quello che
fanno i batteristi quando non sanno cosa fare: noi inglesi abbiamo questo
humor e troviamo un sacco di cose assurde, idiote. E' veramente diverten-te
essere un musicista, tutta la stessa esistenza umana e' uno scherzo, come la
"commedia dell'arte", puo' esse-re anche divertente guardare un musicista.
Io ho sempre avuto un grande senso del divertimento nel mio modo di suonare,
ho un approccio da bambino nei confronti della batteria e cerco sempre
qualcosa di fresco, nuovo. Suonare qualcosa di fresco equivale a porsi nella
condizione di non aver mai suonato prima, non sapere chi sia Dave Weckl o
Buddy Rich. In alcuni brani faccio proprio poco, vedi "The sheltering sky",
oppure rumori come in "Indiscipline", oppure sono piu' cooperativo. Non si
puo' tenere sempre il solito quattro quarti o avere un ruolo tradizionale:
Robert vuole sem-pre un nuovo atteggiamento, predisposizione, approccio.
PERCUSSIONI: Avete dei progetti per il futuro fuori dai King Crimson?
MASTELOTTO: Ho formato a casa mia un gruppo con un ragazzo del Senegal che
ora vive in Texas e con un maestro di tabla, io suono un set di batteria e
congas. Suoniamo nel garage per ore, ma e' solo per divertimen-to. Mi piace
anche fare musica techno, django con due dj ai piatti, loop. Anche Trey
viene spesso da me. Oppu-re qualcosa tipo Bjork, molto parlato. Poi mi piace
andare nei club, fare musica cubana, magari suonare le con-gas.
BRUFORD: Sto realizzando un Cd-Rom, packed of three, midi-data, cd-audio,
midi-file. Lo realizzo in sala di registrazione, cosi' sara' possibile
accedere a tutti i suoni di Bill Bruford, migliaia. E' prodotto dagli stessi
che hanno realizzato il Cd-Rom di Steve Gadd negli Stati Uniti.
Sto anche progettando un disco per la Ecm con il chitarrista Ralph Towner;
ho anche suonato con il chitarrista David Torn per la Ecm. Mi piace suonare
il jazz al di fuori dei King Crimson.
PERCUSSIONI: Ma la musica della Ecm non e' propriamente jazz.
BRUFORD: Si', in realta' e' cool jazz, in fondo e' musica europea.
PERCUSSIONI: I lettori di "Percussioni" conoscono bene Bill Bruford, ma
sanno ben poco di Pat Mastelotto. Hai un cognome italiano, cosa sai delle
tue origini?
MASTELOTTO: Mio nonno e' arrivato in America alla fine degli anni '20, era
un ragazzo, veniva dal Nord Ita-lia, credo da Genova. Aveva 7 fratelli ma
nessuno musicista.
PERCUSSIONI: Ci sono molti batteristi americani di origine ligure, come
Terry Bozzio e David Garibaldi. Pensi ci sia un motivo?
MASTELOTTO: Certo, ma non so quale, forse qualcosa nel sangue. Avevo
proposto alla Paiste di fare una foto a tutti batteristi italiani che
suonavano i loro piatti, c'erano Jeff Porcaro, Terry Bozzio, Vinnie Colaiuta.
PERCUSSIONI: Raccontaci un po' la tua carriera musicale, hai studiato la
batteria?
MASTELOTTO: Non troppo. Ho imparato guardando Ringo Starr e Ginger Baker
alla televisione. Vivevo in una piccola citta', non c'erano buoni maestri, e
studiavo la batteria solo a scuola. Alla scuola estiva hanno pro-vato a
farmi imparare altri strumenti, chitarra, piano, ma avevo le dita grosse;
hanno provato anche con i fiati, ma alla fine mi hanno spedito alla
batteria, non l'ho chiesto ma mi hanno messo al rullante.
PERCUSSIONI: Come tutti i batteristi eri il peggiore a scuola?
MASTELOTTO: Ho si'. Avevamo lezione di musica solo due volte alla settimana,
ma ho amato subito la bat-teria, cosi' ne ho affittato una e l'ho portata a
casa per fare pratica sui dischi di Hendrix e dei Cream. Per anni ho suonato
nei club, a 17 anni mi sono trasferito a Los Angeles. Volevo imparare a
suonare i timpani e la ma-rimba, ma non sapevo leggere la musica ne'
tantomeno impugnare una bacchetta, cosi' mi hanno dato il nume-ro di Joe
Porcaro per prendere delle lezioni di batteria prima di passare alle
marimba. Era il 1973, avevo 18 anni, Joe aveva un mucchio di studenti, cosi'
mi ha fatto un provino per vedere se valeva la pena di insegnar-mi. Ho
cominciato a suonare, dopo un paio di minuti lui mi ha fermato: "Ok Stop, tu
non hai tecnica ne' senso del tempo, tenta un altro lavoro" - "No ti prego,
mi esercitero'!" - gli ho risposto - "Fammi vedere come tieni le bacchette,
cosi' non va bene, si tengono cosi', questa e' la tua prima lezione, vai a
casa". Sono tornato per la seconda lezione e Joe mi ha messo il metronomo a
60, molto lento e dovevo fare dei flam sul metronomo: era il compito per la
settimana seguente. Non ci sono piu' andato.
Dopo essere stato da Joe Porcaro sono andato un po' al college. C'era un
buon insegnante, ho studiato marim-ba, ma non sapevo e non volevo leggere la
musica, cosi' guardavo il mio vicino e copiavo i movimenti.
Quando mi ha chiamato Fripp mi ha detto: "E' il caso che tu impari i
rudimenti". Allora ho chiamato di nuovo Joe Porcaro, due anni fa. Ero in
tour con Steve Porcaro in Giappone e Europa, cosi' in aereo ho chiesto a
Ste-ve se secondo lui suo padre mi avrebbe ripreso come studente, Steve mi
ha detto che gli ero simpatico e che non c'erano problemi. Cosi' mi ha dato
parecchi libri e ora ho un sacco di esercizi di pratica da fare, vado
anco-ra un paio di volte all'anno a lezione da Joe e poi Bill Bruford mi
aiuta, mi da' un sacco di idee.
PERCUSSIONI: Ora sei un famoso, Modern Drummer parla spesso di te. E'
cambiato qualcosa nella tua vita di batterista?
MASTELOTTO: Non voglio apparire nella pubblicita', tantomeno insegnare
musica perche' e' meglio che ra-gazzi imparino a suonare bene da un vero
insegnante. Da quando sono con i King Crimson mi hanno chiesto piu' volte di
fare un po' di pubblicita' e l'ho fatto volentieri e senza alcun obbligo. Mi
piace poter uscire tranquil-lo, che non mi riconosca nessuno. Non e' facile
gestire la celebrita', come Fripp che quando esce dall'albergo trova sempre
qualcuno. Non ho bisogno dei fan.
I SET
Bill Bruford
Batteria Tama Starclassic
A. rullante 5x14"
B. tom 10x10"
C. tom 11x12"
D. timpano 16x16"
E. cassa 16x22"
S. pad Simmons
Piatti Paiste
1. hi hat 14" sound edge
2. thin crash 16"
3. thin china 16"
4. full crash 18"
5. dry ride 20"
Pedale trigger DW 5000TE
Elettroniche Simmons Sdx
Alesis Quadverb
Mapper
Emu Procussion
Simmons 8:2
Pat Mastelotto
Batteria Joe Montineri Custom
1. B.Rad Perc. talking drum a peda-le
2. tom 10x9"
3. timbalito tom 12x4"
4. timpano 18"
5. rullante 5x14"
6. Korge wave drum
7. Wave rim
8. cassa 24x14"
D. pad Ddrum D3
Piatti Paiste
a. hi hat
b. splash 8 e 10"
c. silk crash 17"
d. splash 10 e 12"
e. china 14" e Atlas chrome mic ba-se hat 12"
f. china 12"
g. full crash 20"
h. vari piatti a mano
i. mini hi hat 10"
Elettroniche Lexicon
Vortex
Korg
Korg Expression pedal
V P Drum pedal
ALCUNI ESEMPI DI DOUBLE DRUMMING
Di Pat Mastelotto
Appunti raccolti da Mario A. Riggio
Chi ha visto l'ultimo tour dei King Crimson (THRaKaTTaK in Europa, Horde
negli States) ha potuto assistere ad alcune esibizioni di Taiko, secondo
l'antica tradizione giapponese. Al posto dei tradizionali tamburi Kodo sono
stati usati dei Gong drum della Tama. Uno dei brani eseguiti si chiama
"Elevens" ed e' suonato partendo in 11/4; i sedicesimi, a partire
dall'ottavo, vengono poi scalati a 7, 6, 5 fino ad arrivare ad uno. Il gioco
si ripete al-cune volte con un piccolo bridge in cui si alternano accenti
sul bordo e sul centro dei tamburi.
ESEMPIO 1 - THRAK VERSE
L'esempio 1 e' tratto dal brano Thrak. All'inizio del brano i due batteristi
eseguono quattro battute in 5/4 accen-tando l'1 e il 3. Poi Pat Mastelotto
esegue altre 14 battute in 5/4 continuando ad accentare l'1 e il 3 (rigo
inferio-re dell'esempio), mentre Bill Bruford ne esegue 10 in 7/4 accentando
l'1, il 3 e il 5 (rigo superiore dell'esempio).
Alla fine di questo ciclo i due batteristi si incontrano ed eseguono la
parte altre volte, per restare poi liberi di im-provvisare (Pat improvvisa
spesso in 6/8 o in 9/8 e Bill in 12/4 o in 4/4) per poi ascoltarsi,
incontrarsi assieme e scambiare le metriche. A volte Pat ripete le stesse
figurazioni di Bill ritardandole di uno o due beat e creando una specie di eco.
ESEMPIO DUE - B'BOOM
Il celebre assolo di B'Boom ("B'Boom e' il suono della mia cassa" - spiega
Bruford) e' giocato su rulli singoli (single stroke roll) con Bill che
accenta ogni 7 (rigo superiore dell'esempio) e Pat ogni 5 (rigo inferiore
dell'esempio).